IMMAGINAZIONE E REALTÀ: NESSUNA DIFFERENZA PER IL CERVELLO

IMMAGINAZIONE E REALTÀ

Tutto ciò che puoi immaginare è reale.

Pablo Picasso

Il nostro cervello non conosce la differenza tra un’esperienza vissuta nella realtà e una creata e vissuta solo nel pensiero.

Non abbiamo, infatti, la necessità di vivere una particolare esperienza fisica per provare un’emozione. Possiamo provare un’emozione semplicemente pensandola.

Possiamo provare gioia o gratitudine senza attendere che sia il mondo esterno a farcele sentire, a un punto tale che il corpo finisce col credere che siano già un fatto concreto.

Ci succede di continuo.

Per esempio, quando abbiamo una fantasia sessuale. Il cervello invia segnali al corpo che reagisce come se quell’evento stesse accadendo proprio in quel momento.

I nostri pensieri non girano a vuoto. Ogni volta che ne facciamo uno il cervello rilascia sostanze chimiche.

Il nostro corpo, perciò, reagisce in conformità ai segnali chimici che riceve dal cervello, producendo determinate risposte.

Pertanto, quando facciamo pensieri amorevoli e gioiosi produciamo sostanze chimiche che ci fanno sentire bene.

E viceversa, lo stesso accade con pensieri negativi e carichi di rabbia o paura. In poco tempo ci sentiremo negativi e ansiosi.

Il cane si morde la coda.

Il cervello e il corpo sono strettamente connessi e comunicano tra di loro.

GLI EFFETTI DEL PENSIERO SUL CORPO

Sono stati anche svolti degli esperimenti volti a verificare gli effetti che produce il pensiero sul corpo.

Alcuni soggetti vennero suddivisi in due gruppi.

Al primo gruppo fu chiesto di esercitarsi contraendo e rilassando un dito della mano sinistra per cinque sessioni la settimana da un’ora, per quattro settimane.

Il secondo gruppo svolse mentalmente lo stesso esercizio.

Il gruppo che aveva eseguito veramente gli esercizi sviluppò nel dito una forza maggiore del 30 per cento, mentre il gruppo che aveva svolto gli esercizi mentalmente la sviluppò del 22 per cento.

In un altro esperimento ai partecipanti fu chiesto di immaginare di suonare per due ore al giorno il pianoforte, senza quindi mai toccarlo.

Anche in questo caso furono rilevati quasi gli stessi cambiamenti cerebrali riscontrati nelle persone che si erano esercitate fisicamente eseguendo i medesimi movimenti con le dita sul pianoforte a parità di durata.

Le persone che si erano esercitate mentalmente nell’esecuzione di scale e accordi avevano attivato all’incirca lo stesso numero di circuiti cerebrali del gruppo che aveva svolto l’attività sulla tastiera.

La mente aveva prodotto un effetto fisico. Il corpo era cambiato senza fare nessuna esperienza reale.

Quindi non solo siamo in grado di cambiare il cervello pensando in modo diverso, ma siamo anche in grado, quando siamo veramente concentrati e determinati, di impedire al cervello di riconoscere la differenza tra mondo interiore mentale e ciò che viviamo nell’ambiente circostante.

In ambito riabilitativo e terapeutico sono anche stati svolti diversi studi atti a verificare se certi tipi di visualizzazioni, come ad esempio immaginare luci colorate che curano le cellule malate, possano aiutare i pazienti a ridurre lo stress, a potenziare il sistema immunitario e a ridurre il dolore.

NEUROPLASTICITÀ

La neuroscienza ha dimostrato che possiamo cambiare il nostro cervello, e quindi i comportamenti, gli atteggiamenti e le convinzioni, semplicemente pensando in modo diverso.

Immaginando ripetutamente di svolgere un’azione, i circuiti del cervello possono riorganizzarsi per rispondere ai nostri obiettivi.

Questo accade perché il cervello ha la capacità di riprogrammare e creare nuovi circuiti a qualsiasi età, in risposta a stimoli provenienti dall’ambiente e dalla nostra intenzione consapevole.

Questa attitudine ha il nome di neuroplasticità.

Quando ci troviamo nel mezzo di una nuova esperienza, i nostri sensi inviano alla neocorteccia una raffica di informazioni provenienti dal mondo esterno, le reti di neuroni si attivano e il cervello crea una nuova emozione.

IL SOGNO LUCIDO

Tutte queste tecniche hanno, tuttavia, un limite legato alla capacità di visualizzare, che varia da persona a persona e che non tutti possiedono.

La soluzione a questo problema potrebbe essere la pratica del sogno lucido.

Ne ho parlato in maniera più approfondita in questo articolo.

Il sogno lucido è, infatti, in assoluto la visualizzazione più vivida che possiamo avere.

Per il nostro sistema psicofisico un sogno lucido non è solo una visualizzazione: è la realtà.

Questa conoscenza apre nuovi orizzonti per la cura e per la crescita psicologica.

Ad esempio, nel sogno lucido i percorsi neuronali si creano e diventano più stabili, grazie, appunto, alla neuroplasticità, proprio come accade nello stato di veglia.

Quando sogniamo il nostro cervello non distingue tra esperienze di veglia ed esperienze nel sogno lucido, quindi, quando sogniamo di fare qualcosa mentre siamo lucidi non è come se la stessimo immaginando, è proprio come se la stessimo facendo.

Il cervello comincia a funzionare conformemente a quello che stiamo sognando.

Le implicazioni sono enormi: ci è possibile modificare il nostro cervello dormendo.

I sognatori che nei loro sogni lucidi si dedicano consapevolmente a determinate attività stanno, perciò, creando e consolidando i percorsi neurali associati ad esse, rendendo quelle attività più facili da svolgersi nello stato di veglia.

In ultima analisi significa che nei sogni lucidi ci si può divertire, si può imparare, ci si può allenare e si può, perfino, guarire.

Il nostro sistema neurologico non distingue tra le esperienze vissute nell’uno o nell’altro stato di coscienza.

La guarigione può, tuttavia, avvenire non solo sul piano psicologico ma anche su quello fisico.

Ci sono, infatti, molte prove scientifiche che dimostrano come curare la mente possa influire positivamente sul corpo.

Ne ho parlato in questo articolo.

Questo perché il corpo e la mente sono strettamente interconnessi e si influenzano a vicenda.

IL PENSIERO CONSAPEVOLE

Ciò che immaginiamo, quindi, ha un enorme impatto sulla nostra mente e sul nostro corpo.

Essere inconsapevoli di schemi di pensiero distruttivi, quindi, ha la capacità di ostacolare la realtà quotidiana che sperimentiamo.

Sono passato attraverso momenti davvero terribili nella mia vita, alcuni dei quali sono realmente accaduti.

Mark Twain

Diventare più consapevoli di tali modelli porta con sé la capacità di riconoscere quando i nostri corpi sono catturati nelle illusioni della mente.

Porre fine a schemi di pensiero dannosi ci consente di rimanere saldamente radicati nel momento presente.

Ciascuno di noi possiede la capacità, almeno ad un certo livello, di influenzare la propria salute e controllare la propria forma fisica.

L’effetto placebo ne è la prova.  

In questo libro, sia in formato cartaceo che formato digitale, parlo del sogno lucido come tecnica di guarigione.

Letture consigliate per approfondire l’argomento